Rovigo, 26 luglio 2024 - Anche la Uil Fpl di Rovigo scende in campo per il “Referendum Day” promosso dalla categoria nazionale. Nella giornata di oggi infatti sono stati organizzati punti di raccolta firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata in tutta Italia.
"Noi abbiano scelto Adria, e il suo ospedale, davanti al quale saremo dalle 9 alle 13 - spiega il Segretario generale Uil Fpl Rovigo Cristiano Maria Pavarin - un modo per mettere in evidenza come ci sia sempre un “sud” di ogni nord. Perché, secondo quello che viene propagandato più autonomia equivale a più risorse e più servizi. Ma si tratta di un'affermazione che è tutta da dimostrare e già il passato ci insegna che non è così. Il rischio concreto, infatti, è che le Regioni avranno sì più potere decisionale in temi come la gestione della sanità pubblica, ma a pari risorse e di vedere amplificati i programmi che abbiamo vissuto in questi anni."
"In molti si sono dimenticati il vero contenuto originale del Piano Socio Sanitario Regionale che penalizzava la nostra provincia - prosegue Pavarin - con l'Ospedale di Rovigo non più hub e quello di Adria nemmeno classificato come spoke. Allora solo una grande mobilitazione generale salvò, per esempio i servizi dell'Ospedale di Adria, che ora però, come dimostra l'esodo dei medici da Cardiologia, sembrano essere di nuovo a rischio."
La nostra raccolta di firme parte da Adria perché è proprio il simbolo di come non è detto che “più autonomia”, per le “periferie” significhi maggiori risorse. Anzi. Gli ultimi anni hanno dimostrato che, qui in Veneto, una delle regioni che fa dell'autonomia una bandiera, si è scelto di accentrare nei grossi poli delle grandi città, sguarnendo i territori come quello polesano, che sono considerati marginali, il “Sud del Nord”. La sanità diffusa, che pure la pandemia ci ha dimostrato essere la risposta migliore alle esigenze territoriali, non è stata la linea guida.
Con il Comitato di coordinamento provinciale per il referendum abrogativo della legge Calderoli, del quale fanno parte le articolazioni territoriali di associazioni, partiti ed organizzazioni sindacali che hanno costituito il comitato promotore a livello nazionale, oltre ad associazioni e liste civiche che hanno aderito a livello locale ma non hanno rappresentanza nazionale, abbiamo condiviso come questa errata impostazione dell’autonomia differenziata, che nulla ha a che vedere con il virtuoso decentramento amministrativo auspicato dalla Costituzione, ma, al contrario si stia già esplicando in un pesantissimo taglio di risorse nei confronti degli Enti Locali, finirà addirittura per ampliare le diseguaglianze già esistenti non solo tra le Regioni più ricche e quelle più povere, ma anche tra i diversi territori all’interno della stessa Regione. Tanto più se l’applicazione della normativa non sarà preceduta dalla precisa definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) e da un loro adeguato finanziamento.